“Basta sfiorare il filo teso di un profumo che
i ricordi risuonano immediatamente.”
-cit. Diane Ackerman
Mi succede cosi con le spezie e
non avrei saputo dirlo meglio.
Se penso alla cannella e provo a chiudere gli occhi
ci sono cose che affiorano alla mia mente d’istinto.
Cose, ma anche luoghi, note, sensazioni.
In principio, mi viene in mente il sapore delle
zeppole fritte e passate ancora calde nello zucchero con la cannella.
Un sapore speciale, di quelli che sanno parlarti di casa tua a ogni morso.
Mi viene in mente un libro, Matrimonio a Bombay.
Mi ha fatto ‘vedere’ luoghi in cui non sono ancora mai stata
e il viaggio fatto tra le sue pagine è indimenticabile.
Poi se ci penso, mi viene in mente il mare,
in alcune sere d’estate che
si snodano attraverso gli ultimi dieci anni;
il bagliore del sole che tramonta sull’acqua,
le luci delle città all’orizzonte che si accendono,
la pelle abbronzata che al primo vento della sera sembra tornare finalmente a respirare.
Poi, a metà fra il profumo di cannella e quello della salsedine sulla pelle,
mi torna in mente Mareluna di Pino Daniele.
E’ una canzone che sa proprio di cannella,
di baci speziati, di posti lontani e ricordi tenuti stretti.
Una nota dopo l’altra arriva alla mente anche Napoli.
Il chiasso di Forcella, il giornale che si legge sulle scale del Duomo,
Spaccanapoli di corsa tra una lezione e l’altra,
il terrazzo fiorito di Palazzo Reale,
le copertine dei libri vecchi a Piazza Dante,
una coperta stesa alla villa comunale in una mattina di Primavera,
i fuochi d’artificio sotto la pioggia appena il Sangue si scioglie,
gli strilli alla Maddalena,
quel folle che una mattina è salito sulla testa di Garibaldi!
Ok, sto divagando, lo so.
(Mi prometto di riparlare di Napoli con calma).
Tornando alla Cannella. . .
Le sue origini affondano nella terra dello Sri Lanka.
Già nella Bibbia -e precisamente nel libro dell’Esodo,
si parlava di questa spezia e pare che
gli Antichi Egizi la usassero per i rituali d’imbalsamazione.
Aveva lo stesso valore dell’Oro, dell’Incenso e della Mirra.
Oggi viene prodotta anche in altri Paesi come
Madagascar, Antille, Vietnam.
A differenza di molte altre spezie,
questa non si ricava dai semi o dai fiori ma
dalla corteccia stessa dell’albero -alto circa 15 m e sempreverde.
La corteccia asportata viene liberata dallo strato sugheroso e
lasciata ad essiccare arrotolata, cosi come la troviamo in commercio.
E’ possibile che la troviate anche in polvere o sotto forma di olio
ma quest’ultimo non è adatto alle preparazioni gastronomiche!
Perchè fa bene?
Perchè è un antiossidante naturale,
stimola la circolazione sanguigna,
rafforza il sistema immunitario,
favorisce la digestione.
Pare che aiuti a combattere la fame nervosa e
è noto ormai da secoli -se non da millenni!
che è una spezia stimolante e per questo
si è guadagnata l’appellativo di afrodisiaca!
Anche se in Occidente si usa
prevalentemente nella realizzazione di dolci o infusi,
oltre che di liquori e gelato,
è una spezia perfetta anche per insaporire
piatti di carne o salse salate e
ce lo dimostrano benissimo
le varie tradizioni culinarie orientali!
Visto che il periodo è quello più a rischio influenza,
vi lascio anche un suggerimento per
una tisana contro i mali di stagione,
a base di cannella e zenzero.
E se non li avete mai provati,
vi invito ad andare alla scoperta dei Cinnamon Rolls,
un dolce tipico della parte nordica di Europa e America.
Si presume che a inventarli sia stato qualcuno
in Svezia e lì prendono il nome di kanelbulle.
Ormai però sono cosi diffusi che
ne esistono centinaia di versioni,
anche senza più la cannella fra gli ingredienti principali!
E’ una delle ricette che ho messo nella lista
dei dolci da provare nel 2015. . . quindi stay tuned!
Ps. Avete mai pensato di usare le stecche di cannella
come decorazioni per la casa? Vi lascio con qualche idea. . .
[tutte le immagini di questo post, tranne la foto di Napoli, sono tratte da Pinterest]